lunedì 18 dicembre 2017

L'angolo di Gio: La ferrovia sotterranea, Colson Whitehead




La ferrovia sotterranea, Colson Whitehead

Per la prima volta nell'ultimo ventennio un libro è riuscito nella memorabile impresa di accaparrarsi i due premi più prestigiosi del panorama letterario: il  Pulitzer e il National Book Award. Un merito non indifferente per quest’opera di Colson Whitehead, che prende spunto da una vicenda reale: quella della rete clandestina di attivisti che, in pieno Ottocento, aveva l’arduo compito di aiutare le persone di colore a fuggire dalla schiavitù per raggiungere gli stati liberi del Nord.
In questo romanzo l’autore riesce nell'intento di trasformare l'organizzazione occulta in una vera e propria linea ferroviaria, che si muove in segreto nel sottosuolo.
Facciamo così la conoscenza della protagonista, Cora: una giovane schiava scappata da una terribile piantagione in Georgia che comincia il suo lungo e problematico viaggio verso la libertà. Il suo itinerario non sarà privo di pericoli: dovrà attraversare stati del Sud in cui le angherie nei confronti dei neri assumono forme spaventose, sempre tallonata da un insidioso cacciatore di taglie che sembra spuntato di punto in bianco da un film di Quentin Tarantino.

Si tratta indubbiamente di un ottimo romanzo: duro ed avvincente allo stesso tempo. Whitehead, traendo spunto da fatti storici realmente accaduti, ha costruito una vicenda di fantasia che risulta comunque funzionale alla struttura del racconto. Narrando le vicende di Cora, l'autore afroamericano è stato in grado di presentare in maniera asciutta e mai ridondante l’atavica brutalità del razzismo e della segregazione razziale; al tempo stesso, ha costruito una riuscitissima storia d’avventura incentrata su una caparbia ed ostinata eroina femminile.
La scrittura è semplice e diretta, assolutamente priva di fronzoli: lungo le quasi 400 pagine del libro riesce a supportare la trama senza cadute di ritmo e di stile.
In conclusione, possiamo sostenere senza indugi che La ferrovia sotterranea rappresenti un qualcosa di importante, capace di far discutere e – soprattutto – di far riflettere l’opinione pubblica dell’era Trump. D’altra parte, in un'epoca come la nostra, riportare sotto i riflettori il dibattito sul razzismo è un atto di coraggio e come tale va lodato e premiato.
Non mi voglio sbilanciare oltre ma penso che questo romanzo, un giorno, potrebbe diventare un classico da leggere nelle scuole: un libro in grado di insegnare a chiunque – in maniera semplice e mai esacerbata – ciò che è realmente la schiavitù e quali siano le brutture della sottomissione dell’uomo ad un altro uomo.


Consigliato a: coloro che amano i romanzi capaci di fondere al loro interno storia e significati sociali, con una trama avventurosa che si innesta alla perfezione su un sostrato di vicende lontane nel tempo ma sempre attuali e toccanti.


Voto: 8/10  






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