lunedì 12 febbraio 2018

La legge dell'odio, Alberto Garlini


La legge dell’odio,  Alberto Garlini

Nemo propheta in patria, si dice…
A proposito di questo libro, mai definizione può apparire così calzante: mentre in Francia ha suscitato l'interesse di Gallimard (uno dei maggiori editori, che l'ha pubblicato con discreto successo), in Italia La legge dell’odio ha ottenuto critiche tutt'altro che lusinghiere.

Il protagonista, Stefano Guerra, è un giovane fascista imbevuto fino al midollo di ideali di destra, inneggianti ad una rivoluzione conservatrice. Durante la sua breve esistenza, parteciperà a quelli che sono gli eventi cardine della storia italiana tra la fine degli anni sessanta e l’inizio degli anni settanta. A partire dagli scontri studenteschi di Valle Giulia, passando attraverso a quella che è ritenuta la madre di tutte le stragi - Piazza Fontana, che nel romanzo assume il nome di Piazza del Monumento – seguiremo il suo percorso, assistendo all'escalation di quella violenza che culminerà nella cosiddetta strategia della tensione. Allo stesso tempo, ci renderemo conto dell’estrema difficoltà di trasformare l’odio e la rabbia in un progetto politico coerente e in grado di svelare orizzonti che vadano al di là della semplice vendetta.  

Il romanzo è tutt'altro che perfetto. Ridondante nella narrazione (814 pagine sono troppe) e non sempre azzeccato nelle descrizioni, che ambiscono ad un respiro epico senza però riuscire a centrare in pieno l’obiettivo, merita però rispetto ed attenzione.
Il suo pregio principale è quello di  mostrarci la storia recente da un punto di vista diverso dal solito a cui siamo abituati: quello di un terrorista neofascista, violento e nichilista. In un paese in cui abbiamo spesso valutato eventi e situazioni da una posizione piuttosto sinistrorsa, questo cambio di prospettiva da parte dell’autore può apparire come una rottura improvvisa. Anche se il tentativo di rileggere le italiche tragedie in maniera poco convenzionale mostra limiti evidenti, è comunque encomiabile il tentativo di Garlini di uscire da quella storia d’Italia preconfezionata – che spesso ci è stata propinata da scuole, mass media e altro – per far intravvedere cosa sta all'interno delle zone d’ombra, in quei territori che spesso rimangono inesplorati per opportunità politica o mancanza di coraggio.
Utilizzando gli stilemi del noir innestati in un panorama storico pieno di incognite, Garlini ci consegna un libro che merita di essere letto: capace di far riflettere, nonostante tutto, e di ripercorrere per l’ennesima volta le vicende di una lotta in cui gli schieramenti in campo venivano più o meno consapevolmente manipolati da forze occulte.


Consigliato: a coloro che intendono ripercorrere uno dei periodi più difficili della nostra storia affidandosi ad una prospettiva diversa dal solito che, per quanto sgradevole, aiuta comunque a far luce su aspetti e profili mai troppo approfonditi.


Voto:7/10         


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